Il Notaio Intransigente. Micro micro racconto di Sergio Soldani.

Martina scoppiò in un convulso pianto, allorché uscendo dalla discoteca “Roger”, vide il lungo bacio che Andrea, suo fidanzato fino a una settimana prima, si scambiò con Donatella, una delle sue migliori amiche. “Ecco a che servono le amiche: a portarmi via la persona che a lungo andare avrei potuto anche sposare!”. La giovane di cui si vuole brevemente parlare, aveva subito un brutto colpo, forse un trauma dal quale sembrava non riprendersi; frequentava il secondo liceo classico ”Luigi Einaudi” a Frosinone, figlia del notaio più in vista della città, il dottor Marcello Giunti, era l’ultima arrivata di quattro sorelle delle quali i genitori erano spiccatamente orgogliosi. In quel periodo la mamma non si spiegava l’inappetenza della ragazza, gli improvvisi mutismi, l’inspiegabile tristezza che sostituì la gioviale loquacità che la contraddistingueva. Così mamma Teresa decise di chiamare al telefono la sua amica psicologa Franca Salvetti, organizzò una cena vegetariana con cibi rigorosamente biologici, alla quale Martina accettò di partecipare con un certo entusiasmo. La cena si svolse e l’affascinante dottoressa convinse la ragazza, immersa nell’immaginaria dimensione di avere due mamme, che ogni mercoledì alle diciassette e trenta, si vedessero in Via dei Volsci quattro, per una simpatica e affettuosa conversazione.

Dopo quasi un anno le due strinsero una salda e armonica alleanza, tanto che Martina, alle soglie della maturità scolastica, si sentiva molto più sicura di se, assumendo una preparazione studentesca quasi eccezionale, soltanto aveva problemi nel frequentare ragazzi della sua età, soprattutto si sentiva incapace di costruire con loro quelle naturali fantasie sentimentali, che sovente divengono il sostegno morale delle giovanette. Lei così decise di cominciare a scrivere un diario degli eventi di ogni sua giornata, ma ancor più delle dettagliate sensazioni interiori legate alla quotidianità. Allora presentò alla mamma le prime trenta pagine della sua composizione letteraria, con tanto di accurata descrizione della giornata dei suoi trionfali esami scolastici. La genitrice consultò in religiosa attenzione, si commosse ma le ordinò di non informare assolutamente il padre perché l’avrebbe fatta smettere con violenza, egli considerava ogni persona tentasse una qualsiasi elaborazione artistica gravemente malata di mente e la causa dei mali del mondo.

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