Il sole

IL RACCONTO - Aveva piovuto per ventitré giorni di seguito nella sua amata cittadina ligure, a venti chilometri da Genova, capoluogo nel quale erano accadute anche due tragiche disgrazie, fiumi d’acqua che sembrava non si fermassero mai, così necessari e desiderati in altre nazioni, colpite e talora anche sterminate dalla siccità. Piero quarantenne lavoratore precario della scuola primaria, cominciava a odiarla, la pioggia, con tutte le sue forze, ne detestava perfino il rumore quasi muto variabile a seconda dell’intensità con la quale veniva dal cielo, con quelle nuvole grigie e impertinenti nella loro incessante monotonia.

Lettore accanito di Franz Kafka con una speciale preferenza per il libro “La metamorfosi”, tendeva fin da bambino a considerarsi un perseguitato dalla sorte e ora si sentiva perseguitato dalla pioggia. In quel momento nel silenzio della sua stanza (viveva ancora con due genitori fantastici che non gli facevano mancar nulla, tanto meno un puntualissimo e intelligente affetto), ascoltava della stupenda musica jazz per quietarsi dall’agitata insoddisfazione a causa di quel clima assolutamente indesiderato e allora, erano circa le ore ventidue, decise di intrattenere un colloquio telefonico con sua cugina Brunella, iscritta alla facoltà di Lettere, più giovane di lui, che si apprestava in quei giorni a sostenere l’esame di filologia romanza. Ci parlò e nonostante le sue intenzioni di darle qualche specifico consiglio inerente al corso universitario, lei lo costrinse, dilungandosi oltremodo, a discutere del fidanzato Alì proveniente dal Marocco, di cui sembrava essere follemente innamorata e seriamente intenzionata a rimanergli per sempre fedele. Poi poche pagine lette del libro di Pier Paolo Pasolini “Teorema”, gli conciliarono il sonno e si addormentò.

La mattina seguente verso le otto si svegliò sereno, verso le otto, e subito gli sembrò di non avvertire quel dannato rumore della pioggia che si abbatte sulla terra, che fosse finita? Non ci sperava ma ci credeva! Volle meditare ancora steso sul suo letto per pochi minuti, allora si alzò e si diresse verso la finestra (che usava tappare alla luce, per la notte) aprì e venne investito da raggi del sole che gli fecero anche socchiudere di colpo i suoi occhi. ”Finalmente!” Esclamò. Pensò al sole, dentro di se… Il sole, si disse nel pensiero, questa stupefacente realtà che l’uomo possiede gratuitamente senza tenerne conto, ingoiato dalle assuefazioni del trascorrere quotidiano ,il sole simbolo di incalcolabili speranze, per molte popolazioni di un remoto passato arrivato a essere considerato Dio! Il sole, la calda e brillante strada per un presente consolante e un futuro certamente migliore, vita che sembra non potrà avere fine mai!!!

Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale e frutto della fantasia dell’autore.

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