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Crollano le assunzioni nelle Marche, Cgil: semestre nero

MARCHE - Nel primo semestre del 2016 le aziende marchigiane hanno assunto 66.729 mila persone, l’11,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. Crollano le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, passando da 20.446 del I° semestre 2015 ad 11.551 del 2016 (‐43,5%). La maggior parte dei neo assunti ha un contratto a termine (76,5%), il 6,2% è stato assunto come apprendista e solo il 17,3% con un contratto a tempo indeterminato, in netto calo rispetto al 27,01% dello stesso periodo dell’anno precedente.

Le trasformazioni dei tempi determinati in contratti stabili ammontano a 4.096, il 40,7% in meno rispetto ai primi sei mesi del 2015, mentre le trasformazioni di contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato sono state 1.647 con un incremento del 7,2% rispetto al 2015. Il saldo tra assunzioni e cessazioni per i contratti a tempo indeterminato è pesantemente negativo (‐ 5.639). Il saldo “assunzioni - cessazioni” è positivo (pari a 15.591 posti di lavoro) solo se si considerano anche i rapporti di lavoro non stabili.

Nei primi sei mesi del 2016 cresce, rispetto allo stesso periodo del 2015, il numero di voucher venduti (+31,9%); in confronto al valore del 2014, i voucher venduti nel primo semestre 2016 sono più del doppio.

“Rispetto ai valori medi osservati per il centro Italia e per il Paese nella sua totalità - sottolinea Novella Lodolini, responsabile dell’Ires‐Cgil Marche ‐ la situazione delle Marche è peculiare soprattutto per i seguenti aspetti: la contrazione delle assunzioni a tempo indeterminato nelle Marche è ancor più marcata che nel resto d’Italia (‐43,5% contro ‐33,4%); le assunzioni a tempo indeterminato nelle Marche sono percentualmente più basse rispetto al centro Italia e al totale Italia (17,3% contro 23,6% e 25,3%)”.

“Purtroppo - osserva Roberto Ghiselli, segretario generale della Cgil Marche - i dati Inps sulle assunzioni nel primo semestre del 2016 confermano quanto la Cgil sostiene da tempo: le misure adottate dal Governo con il Jobs Act sono state del tutto inefficaci sul piano occupazionale. Dopo il fuoco di paglia delle assunzioni alimentate dai costosissimi incentivi a favore delle imprese (più di 20 miliardi nel triennio), i dati occupazionali del 2016 ci riportano a livelli inferiori anche al 2014. Cala il lavoro stabile, aumenta la precarietà, soprattutto nella sua forma più brutale, quella dei voucher. Nelle Marche questi dati negativi sono ancora più marcati e richiederebbero una riflessione specifica, a livello istituzionale e fra le parti sociali, per capire come orientare meglio gli interventi a sostegno del lavoro nella nostra regione”.

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