Le risposte che non ci sono e quelle che (non) verranno. Intervista al consigliere della Lega Nord Marzia Malaigia

MARCHE - Marzia Malaigia è stata la vera sorpresa delle scorse elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Legislativa della Regione Marche. Residente a Monte Urano e candidata nelle file della Lega Nord, con 840 voti (e forte dell’ottimo riscontro del suo partito, terzo assoluto dietro PD e Movimento Cinque Stelle) è riuscita a conquistare un posto come consigliere, collocandosi all’interno dell’Assise regionale dalla parte opposta del suo ex sindaco, Francesco Giacinti, eletto nelle file del Partito Democratico.

Ma la sua ascesa non si è fermata qui: le pesanti dichiarazioni indirizzate al Prefetto di Roma Gabrielli da parte del suo collega di partito Zaffiri, inizialmente eletto vice presidente dell’Assemblea, le conseguenti dimissioni dell’altro vice Minardi del PD e una seconda elezione dei membri dell’Ufficio di Presidenza l’hanno spinta verso lo scranno di vice del presidente Mastrovincenzo.

In questo vortice di situazioni, qual è il suo stato d’animo a pochi mesi dall’inizio della legislatura? “Ripeto quanto detto all’incontro di ascolto con la Giunta: la prima cosa che si nota è la distanza fra l’Istituzione e il cittadino. Arrivano continue richieste da singoli e associazioni che, al di là dei proclami, non trovano risposte immediate. La burocrazia è tanta, anche per le piccole cose. Spesso i bandi non sono del tutto chiari, le persone che non sono abituate a monitorare costantemente il sito della Regione non riescono a sapere le modalità di accesso a determinati finanziamenti. La seconda impressione è che il lavoro è tanto: mattino, pomeriggio, sera, weekend. Insomma, non ci fermiamo mai. E poi con la vice presidenza c’è un ulteriore e pesante responsabilità. Ed in questi giorni studio, studio e studio… come non ho fatto nemmeno all’università!”.

Parliamone di questa responsabilità, allora. “E’ veramente una grande responsabilità. Io ho avuto una formazione umanistica e qui mi trovo in un altro contesto, non spaesata ma gradirei studiarmi un po' le cose. Devo dire che c’è un clima abbastanza sereno. Non sono una che non parla, sì, dico poche parole ma essenziali, e sempre nel rispetto reciproco”.

Presto, molto presto, questo clima idilliaco troverà delle divergenze, come è normale che sia. “Diciamo che le ha già trovate, perché dietro ad annunci c’è ancora poco. Ad esempio il fondo sociale che dicono sia stato ripristinato, la verità è che mancano ancora parecchi fondi e non so cosa rispondere alla gente. E sempre a proposito di annunci, ne sono stati fatti parecchi anche sul nuovo ospedale di Campiglione. Parliamo di una zona già oggi congestionata e di una nuova struttura che andrebbe a privare di servizi le altre zone. Ceriscioli dice che cercherà di supplire con la digitalizzazione. Sì, va bene per un referto ma laddove funziona internet; pensiamo soltanto alle difficoltà dell’area montana in questo ambito. Quindi di cosa stiamo parlando?”.

Servono maggiore trasparenza e concretezza, quindi? “Sulla trasparenza dovranno comunque rendicontare tutto, ma quello che non vedo è la concretezza. Cesetti sta lavorando, vediamo, ma…”.

Per i prossimi anni le verrà richiesto un impegno costante nel territorio. Su cosa punterà essenzialmente? “Sui servizi essenziali certamente. Adesso per la IV Commissione c’è un momento di confronto e di monitoraggio, le dirigenze sono cambiate, è una fase anche di presentazione dei problemi, molti consiglieri hanno chiesto delucidazioni su Civitanova, Jesi e altre zone. Le richieste e le domande sono tante, ma ancora non ci sono risposte certe e precise, quanto meno sulla tempistica. E lasciamo perdere i fondi”.

Parliamone invece dei fondi, la grande incognita. “Ci penserà Cesetti, lui assicura tutti: adesso vediamo, aspettiamo, etc. Intanto che aspettiamo, però, c’è gente che chiede cosa fare domani e domani è già ieri”.

Quanto dovrà attendere per avere queste risposte? “Credo che tra settembre e ottobre qualcosa dovranno pur dire”.

Altri fronti caldi? “I territori più interni hanno molti problemi sulle infrastrutture. E poi adesso basta una pioggia che viene giù tutto. E a proposito di viabilità, tornando all’Ospedale di Fermo, non è che rischiamo di fare prima la frusta e poi il cavallo? Lì non siamo affatto messi bene. Poi si dice che ad alcuni ospedali, tipo quello di Macerata, verranno tolti dei reparti; quindi il nuovo Ospedale di Fermo dovrebbe servire due province. Immaginate il traffico? Chi viene dalla costa cosa fa, la Faleriense. Un’ambulanza sarebbe in grado di sorpassare per evitare le file? Assolutamente no! Facciamo come il Pronto Soccorso di Fermo, bello per carità, ma peggiore di prima per le attese?”.


Andrea Braconi

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