Tutte le nostre emergenze. Le priorità del primo cittadino Maria Teresa Mircoli

MONTERUBBIANO - Dire che Monterubbiano nell’ultimo anno ha vissuto una situazione come gli altri Comuni significherebbe mentire. Tra esclusioni (la lista dell’allora candidato sindaco Maria Teresa Mircoli per un errore nella presentazione della documentazione), quorum mancati (con l’altra candidata Mary Marziali lasciata al palo dai suoi concittadini) e conseguente commissariamento, il paese ha vissuto in costante fibrillazione politica. Fino alla tornata elettorale della scorsa primavera, con l’elezione del nuovo primo cittadino: quella stessa Mircoli che, senza troppo rumore, è riuscita a raggiungere l’obiettivo prefissato già nel 2014.

Un impegno iniziato con un anno di ritardo? “E’ iniziato quando era ora, non era detto che l’anno scorso avrei vinto le elezioni”.

Chiaro, ma già dallo scorso anno lei si era attivata insieme ad un gruppo di persone per una campagna elettorale della quale, come è ovvio, non possiamo prevedere l’esito. “Sì, più o meno sono le stesse persone, il gruppo dei sostenitori è rimasto sostanzialmente quello”.

Con questo gruppo quali priorità si è data? “Ci sono grandi emergenze: quella delle strade e quella idrogeomorfologica. Le strade, sia comunali che provinciali, sono dissestate, mentre riguardo alla situazione idrogeomorfologica non parliamo di una cosa da poco”.

E considerata la scarsità di risorse, come può un piccolo Comune far fronte a tutto questo? “Attingiamo, se possibile, dai fondi che provengono dalle calamità del 2015, ma abbiamo grosse difficoltà di natura finanziaria: siamo legati al patto di stabilità ed abbiamo trovato un forte indebitamento. Stiamo rastrellando il rastrellabile, cercando di fare quello che fa un buon padre di famiglia quando si trova in difficoltà”.

Concretamente, come si può lavorare su questo versante? “Purtroppo cercando di economizzare il più possibile. Dico purtroppo perché, in questo modo, siamo costretti a dare meno spazio ad altre attività, come quelle culturali. Ma abbiamo anche emergenze sociali, dove ci troviamo in grandi difficoltà”.

Cosa non può essere toccato? “Non possiamo toccare nulla, c’è da andare incontro alle persone diversamente abili, a quelle bisognose. Abbiamo delle sacche di povertà e quel poco lavoro che c’è non può soddisfare le esigenze di tutti. Abbiamo tante persone anziane, tante che vivono sole, e quindi dobbiamo andare incontro alle loro esigenze. Il sociale è sacro ma non possiamo nemmeno toccare la viabilità, dove dobbiamo garantire la sicurezza delle persone. Stiamo anche lavorando con il Consorzio di Bonifica per la pulizia dei fossi lungo la vallata dell’Aso, per evitare disastri ambientali. E’ un’operazione legata al territorio fisico, oltre a quella riguardante il territorio umano e sociale”.

Torniamo alla cultura. “Ci agganciamo alle associazioni locali per fare qualche attività di carattere culturale. Con loro possiamo lavorare in quella direzione, ma non con risorse proprie”.

Quale rapporto con gli altri Comuni, in particolare quelli della Valdaso? “Siamo legati per molti servizi a questi Comuni. Oggi siamo in discussione riguardo alla ripartizione delle quote per i servizi che vengono erogati dall’Unione: discutiamo come rivedere l’organizzazione ed i costi degli stessi servizi. Un fatto è certo: per quello che riguarda il mio paese abbiamo un'esigenza forte di rivedere le quote che spettano al Comune di Monterubbiano. E’ una necessità di percorso e di processo, tutte le cose vanno verificate e monitorate”.

Resta però l’importanza dell’Unione. “Più che l’importanza dell’Unione - altre forme non le ho sperimentate perché sono nuova - è importante il servizio associato. Poi se è Unione o se è convenzione con altri Comuni è un’altra cosa. Non posso dire male o bene dell’Unione, non ho gli elementi per farlo, sono giovane di servizio. Ritengo che se però ho un servizio e ce l’ho associato con un altro devo arrivare al minimo costo ed al massimo rendimento. L’obiettivo per me è questo, come per l’Amministrazione ed i paesani. Speriamo che all’interno dell’Unione ci siano le condizioni per avere questa sintesi perfetta: minima spesa, massima produttività”.


Andrea Braconi

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