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L’importanza di fare bene attività sportiva. Intervista al Dottor Brunamontini

SALUTE - Fare attività fisica richiede consapevolezza! Che sia ritenuta “blanda” o che sia attività sportiva agonistica, meglio non lasciare spazio a dubbi e alla leggerezza di valutazione. Spesso le frasi “che vuoi che sia una corsetta ogni tanto” o “cosa c’è di meglio di una innocua passeggiata per tenersi in forma?”, sono ripetute senza cognizione di causa. Meglio alzare il telefono e prendere un appuntamento con il medico sportivo abolendo il tabù che identifica tale figura come colui al quale si ricorre per il certificato da presentare all’allenatore. Per saperne di più, i consigli del Dottor Sergio Maria Brunamontini, specialista in Medicina dello Sport, già responsabile U.O.S Medicina dello Sport e Promozione della Salute, Area Vasta 4 e precedentemente presidente della Commissione Regionale d'Appello per le non idoneità, nonché velista.

Qual è il raggio di competenza del medico sportivo? “È un campo molto ampio, ma per semplificare si possono individuare due rami di intervento. Il primo è l’idoneità. In Italia c’è una legge molto precisa che obbliga i tesserati di federazioni o enti, entrambe affiliati al Coni, a sottoporsi ogni anno ad una visita di medicina dello sport con, ad esempio, elettrocardiogramma, spirometria, prove da sforzo. Il secondo intervento ha a che fare con la traumatologia e le prescrizioni dell’esercizio fisico indicato per mantenere il benessere o prevenire patologie. Un medico sportivo lavora in sinergia con tutti quei professionisti che si occupano del benessere del paziente sportivo come il nutrizionista, il preparatore atletico, l’allenatore e il fisioterapista. Lo specialista che segue in modo specifico una squadra sportiva è inoltre sempre presente anche durante gli allenamenti e fa da supporto anche alle ansie e alle preoccupazioni degli atleti”.

Chi fa sport ma non è tesserato, ogni quanto dovrebbe farsi visitare? “Periodicamente, ma più si va avanti con gli anni l’ideale sarebbe con cadenza annuale, soprattutto per gli over 60”.

Quando iniziare a fare sport? “Sin da piccoli, all’inizio dell’età scolare sarebbe ottimale in quanto è proprio da bambini che si imposta la correttezza di vita. Ma con l’allenamento il bambino deve imparare, parallelamente, a mangiare bene. Importante, se si fa iniziare l’attività in tenera età, ad esempio durante il periodo della scuola materna, appurarsi che l’allenatore sia idoneo a trattare ed insegnare a bambini di quella specifica età”. Quanti sport contemporaneamente? “Uno, e fatto bene. Il muscolo si crea se si allena con costanza con la stessa attività sportiva. Iscrivere, contemporaneamente, il proprio figlio a due o tre corsi di sport diversi …è controproducente”.

Come fare per vincere la pigrizia? “Scegliere uno sport che piaccia. La passione fa sì che l’attività fisica sia costante e che inneschi anche quel pizzico di sana competizione. Un consiglio, per i più pigri, è quello di allenarsi in compagnia di chi ci fa stare bene o, anche se non si pratica sport, di andare a camminare insieme: la motivazione nasce anche passeggiando con il vicino di casa!”.

Ogni quanto allenarsi o tenersi in movimento? “Tre volte a settimana con sessioni da 40 minuti”.

Lo morte improvvisa da sforzo cosa sarebbe? “Il decesso durante la pratica sportiva che segue uno svenimento da sforzo. Con “sforzo” si intende “in fase di attività sportiva”. Purtroppo, nonostante le visite, è difficile prevedere ed escludere certi epiloghi, ma è indubbio che vanno ben monitorati gli sportivi che hanno avuto in famiglia casi del genere. Questi fatti rappresentano il dolore più grande per un medico sportivo”.

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