Il nostro impegno per le donne. E con le donne

MARCHE - Sicuramente, in termini numerici, cambiamenti negli ultimi anni se ne sono visti. Ma il lavoro da fare è ancora molto, in ogni ambito delle istituzioni pubbliche. “Da un lato c'è stato un rinnovo nel Parlamento - spiega Meri Marziali, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche - dall'altro mi piace evidenziare come, oltre al Partito Democratico che ha già l'obbligo dell'alternanza di genere nelle liste, complessivamente anche gli altri partiti si stiano muovendo su questo fronte. A mio avviso le normative nazionali hanno messo dei punti fermi rispetto alla partecipazione delle donne”.

Restano però profonde disuguaglianze. “La diseguaglianza di cui oggi si parla, anche nel mondo del lavoro, c'è perché c'è stata una mancanza delle donne nei processi decisionali, con scelte che sono state fatte dagli uomini. Ma chi meglio di una donna sa quali possano essere le politiche da mettere in campo per migliorare la qualità della vita delle stesse donne? E penso alle professioni, alla salute e a tante altre materie”.

Su quali cardini si sviluppa la vostra attività come Commissione? “Sono molteplici. Innanzitutto, da un punto di vista culturale. Iniziative che servono a smuovere l'attenzione rispetto alla pari dignità e alla partecipazione delle donne in diversi contesti. Poi c'è l'impegno contro la violenza di genere, soprattutto portato negli ambienti scolastici nei confronti delle nuove generazioni. Soltanto in quest'ultimo mese abbiamo partecipato a tantissime iniziative con gli studenti e questo significa che qualcosa si sta muovendo. Insomma, è un buon sintomo”.

Restando sul tema della violenza di genere, che situazione vive la nostra regione? “Il rapporto della Regione Marche ci dice che si è abbassata la classe di età delle vittime, ma al contempo c'è un maggior numero di giovani donne che ha fatto riferimento ai centri antiviolenza. Probabilmente vuol dire che nelle nuove generazioni c'è maggiore consapevolezza della necessità di reagire rispetto a queste situazioni e il nostro compito è dare loro gli strumenti giusti. Occorre capire che la violenza non è un fatto privato, ma che va affrontato facendosi aiutare dalle istituzioni e dalle reti pubbliche e private”.

E dei centri antiviolenza si comincia a parlare con maggiore attenzione, anche da parte dei media. “È vero, ma nel Fermano occorre lanciare nei prossimi mesi un lavoro per creare una rete territoriale. Ci sono realtà come Pesaro e Ancona dove già questo funziona, invece qui ancora manca, ogni istituzione fa una parte che gli compete ma senza dialogare con le altre. Quindi, ci siamo prese l'impegno come Commissione regionale e Commissione provinciale di lavorare affinché questo si concretizzi anche nel nostro territorio”.


Andrea Braconi

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