Presente e futuro della Caritas di Montegiorgio

MONTEGIORGIO - Ad aprile la Caritas di Montegiorgio festeggerà il suo secondo anno di attività. Come auspicato nel maggio 2015 da Lino Liberati, uno dei coordinatori, la sinergia con la Confraternita della Misericordia c'è stata. “Con loro, in genere il secondo sabato del mese, consegniamo pacchi alimentari ai bisognosi presso l'ex Convento dei Cappuccini”, afferma. Non solo pacchi alimentari però: “C'è chi necessita di cibo, ma anche chi ha bisogno di una mano per pagare le utenze dopo mesi di insolvenza. Agiamo prima che le stacchino del tutto. Non diamo offerte libere comunque, parliamo solo di esigenze di questo tipo, poi c'è anche chi ha semplicemente bisogno di un contatto umano”.

Per questo e altro è attivo, sin dall'inizio, un centro di ascolto. “L'iniziativa prosegue con due-tre incontri al mese. Al di là di questi incontri, però, ormai noi volontari i rapporti con i partecipanti li teniamo personalmente. Il paese è piccolo, ormai siamo al corrente delle varie situazioni. Da quando abbiamo iniziato, le persone sono più o meno le stesse, ne seguiamo circa 40-50”.

Cos'altro si fa durante questi incontri? “Aiutiamo i presenti a compilare i curriculum da inviare alle ditte, anche se a Montegiorgio il lavoro 'non c'è', quindi non è semplice. Si tratta per lo più di persone non automunite, senza possibilità di andare fuori paese, salvo quando passa qualche bus”.

La maggioranza di coloro che sono assistiti dalla Caritas fanno parte di nuclei familiari, in misura minore si parla di singoli. “Prima di Natale, c'è stata un'esperienza di condivisione, un pomeriggio per permettere a chi frequenta il centro d'ascolto, la maggior parte stranieri, di interfacciarsi con gli autoctoni. Inoltre, c'è stata condivisione sia sul piano culinario, con specialità tipiche di vari Paesi, e di un momento di preghiera comunitario. Si è trattato di un momento per conoscere meglio le realtà personali, non fermandosi al 'donare qualcosa' che lascia il tempo che trova”.

Nessun problema a causa delle diverse religioni dei singoli, visto il momento di preghiera? “Nulla è stato imposto, da noi vengono musulmani come ortodossi. L'unica diffidenza è portata dal non conoscersi reciprocamente, ancora, a fondo: è stato un primo tentativo, c'è da lavorarci sopra, non ci scoraggiamo, lo riproporremo”.

La Caritas di Montegiorgio è legata ai progetti di quella di Fermo con cui collabora, la quale a sua volta è coinvolta nelle attività destinate ai terremotati ospiti dei camping del Fermano. Dal 12 dicembre, la Caritas delle Marche ha presentato il programma di prossimità e vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. Attraverso i gemellaggi, inoltre, è stato possibile creare una rete capillare con Caritas Ambrosiana e le realtà equivalenti liguri, emiliano romagnole, calabresi, piemontesi e di Cremona.


Silvia Ilari

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