Per la Ciclovia Adriatica mancano i ponti: si acceleri o si trovino alternative. Il grido d'allarme della FIAB Marche

Rendering ponte sul Chienti

MARCHE - Il ponte ciclopedonale sul Tronto tarda come gli altri ponti nelle Marche, rischiando di mancare l’appuntamento con il turismo internazionale.

"È una pessima notizia la cancellazione del finanziamento per realizzare il ponte ciclopedonale sul fiume Tronto - scrive il Coordinatore FIAB Regione Marche Enrico Tosi - , anche perché non è facile prevedere se e quando saranno trovati altri fondi per un’opera fondamentale sia per le Marche che per l’Abruzzo. Il cicloturismo crea lavoro, è dappertutto in forte sviluppo e i nostri territori rischiano di rimanere indietro in un mercato molto competitivo; in regioni caratterizzate da numerosi corsi d’acqua che scendono “a pettine” verso il mare, non è possibile rinunciare a ponti in grado di convogliare i flussi cicloturistici non solo tra nord e sud ma soprattutto verso un entroterra penalizzato anche dalla scarsità delle infrastrutture. Il ponte sul Tronto rientra nella Ciclovia Adriatica, la più importante infrastruttura turistica nazionale di questo secolo, che sta congiungendo l’Italia dal Veneto alla Puglia ed è uno snodo essenziale per molto altro: una fitta rete di strade secondarie, anche bianche, lo smistamento verso strutture ricettive, aziende enogastronomiche ed è importante per chi, come gli accompagnatori ciclistici, mette i turisti in condizione di godere il meglio di due regioni fortunatamente ancora a misura d’uomo, ecc. Il mancato completamento di questa infrastruttura significherebbe restare fuori da un mercato internazionale in crescita esponenziale in tutta Europa, quello del Cicloturismo.

Non si può rimanere in sospeso, in attesa di un ponte che non c’è e non ci sarà chissà per quanto tempo - continua Tosi - ; per questo la FIAB, che ha avuto un ruolo determinante nella nascita della Ciclovia adriatica, chiede che si realizzi comunque un collegamento ciclabile. Dado valore al percorso ciclabile esistente a lato della sede stradale della SS16 lungo il nuovo ponte sul Tronto e che si creino, quindi, i collegamenti alle ciclabili già esistenti a nord e a sud del fiume, ponendo la massima attenzione ad una continuità dei percorsi al fine di dare comunque una opportunità di attraversamento a chi percorre la Ciclovia Adriatica tra le Marche e l’Abruzzo. È una soluzione “tampone”, comunque valida per la sicurezza stradale in un settore strategico come la mobilità sostenibile. Il problema è però generalizzabile lungo tutta la costa marchigiana. Ovunque iniziative, progetti e cantieri stanno incontrando ritardi enormi. Passaggi su fiumi come quelli del Tronto, Ete vivo, Chienti e Cesano, sono di estrema complessità e pur avendo tutti i finanziamenti necessari gli anni trascorrono senza soluzioni. Ai ritardi delle fasi progettuali si sommano ulteriori ritardi in sede realizzativa. Le date di scadenza dei programmi di finanziamento si avvicinano e, come accaduto quest’anno per il Tronto, arrivati alla scadenza le risorse scompaiono. Si tratta di una sconfitta per tutti. Dopo l’incontro svoltosi in Regione Marche nel maggio 2021 con tutte le sezioni FIAB marchigiane e dirigenti ed assessori regionali, è ststo chiesto ai medesimi uffici regionali di poter approfondire la problematica specifica dell’attraversamento dei fiumi e torrenti lungo la Ciclovia Adriatica con nota dell’8 novembre successivo e, in mancanza di riscontri, si è sollecitato ancora un incontro di chiarimento al riguardo lo scorso marzo.

La FIAB attende un riscontro o una convocazione confermando la massima collaborazione per poter seguire da vicino, con le tante sezioni locali presenti sul territorio costiero marchigiano, ogni singolo punto critico. Sarebbe opportuno creare un gruppo di lavoro specifico su questo tema con il coinvolgimento degli enti locali, dei portatori di interesse e degli uffici regionali coinvolti, allo scopo di monitorare costantemente l’avanzamento di procedimenti e cantieri, altrimenti si rischia di perdere una occasione importante per la nostra regione e per l’intero movimento turistico nazionale".

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