“Giovani, social e disoccupati”, lo scrittore Pieti riempie la sala Imperatori

PORTO SAN GIORGIO - Lo scrittore Luca Pieti ha presentato sabato scorso nella sala Imperatori il sul ultimo libro dal titolo “Giovani, social e disoccupati”, alla scoperta di una generazione che rifiuta le tradizionali dinamiche lavorative.

Alla presentazione sono intervenuti il sindaco Valerio Vesprini e gli assessori all’Istruzione e ai Servizi sociali Marco Tombolini e Carlotta Lanciotti.

L’autore si è addentrato nella conoscenza di quello che considera un paradosso attuale: la crescente riluttanza delle nuove generazioni a intraprendere una ricerca attiva di impiego, nonostante l'affannosa e crescente richiesta da parte di imprenditori, aziende e piccoli commercianti.

“Da Nord a Sud, assistiamo a un fenomeno che non riguarda solamente l'abbandono precoce del lavoro, ma anche la mancanza di vero impegno nel cercarlo. Cosa spinge i giovani di oggi a distaccarsi così drasticamente dalle tradizionali dinamiche occupazionali? Veramente i giovani non hanno più voglia di lavorare? Davvero non sono più disposti ad investire in un lavoro? Il libro si addentra in questo labirinto di domande attraverso analisi psicologiche e sociologiche, per svelare le cause che si celano dietro tale comportamento. In un mondo dove i social network influenzano profondamente le nostre visioni e le differenze culturali continuano a mutare, è essenziale comprendere come la percezione della realtà dei giovani diverga in modo così marcato da quella delle generazioni precedenti”, spiega.

Pieti invita a non fermarsi alla superficie, ma a immergersi in un’indagine critica che possa illuminare le ombre di un fenomeno tanto attuale quanto sfuggente.

“Il confronto è andato bene, ho notato feedback positivi per i temi trattati che sono presenti ma inespressi – ha spiegato poi Pieti -. Ho notato che il pubblico ha apprezzato il fatto di non voler deresponsabilizzare la famiglia rispetto alle problematiche appena elencate. E’ importante essere presenti per poter insegnare e dire quei ‘no’ nella gestione dei piccoli conflitti emotivi”, conclude l’autore.

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