FERMO - Un incontro pieno di spunti e di possibilità è quello che si è tenuto a Fermo tra i responsabili del centro per autistici della cooperativa Isola che non c’è e la fondazione di Trieste La Fonte, ente del terzo settore che gestisce un centro per disabili adulti e uno per minori non accompagnati.
Il centro, con il comune di Trieste e l’azienda sanitaria locale ha in animo di organizzare un servizio per gli autistici e ha cercato in Italia esperienze di eccellenza da cui prendere spunto e buone pratiche.
Il presidente della fondazione, Aldo Pacor si è detto profondamente colpito dall’esperienza fermana, con il centro per autistici che vanta una storia decennale e una organizzazione di altissimo livello: <A Trieste abbiamo ereditato una palazzina che doveva essere centro diurno per disabili, è diventata, con il comune e l’azienda sanitaria, uno spazio di residenzialità per autistici, siamo in emergenza su questo settore. Abbiamo cercato le eccellenze a livello nazionale e la nostra azienda sanitaria ci ha indicato l’Isola che non c’è, un ragazzo triestino autistico è già stato mandato qui proprio per essere preso in carico>.
Pacor spiega di aver trovato una esperienza di assoluta qualità: <Siamo rimasti colpiti intanto dal capitale umano incredibile, coordinato da Sandro Ferri che ha messo su un’equipe di 12 psicologi, logopedisti, neuropsichiatri, educatori, insieme gestiscono 100 ragazzi autistici tra residenzialità e centro diurno. A Civitanova Marche abbiamo visitato ambulatori terapeutici, abbiamo visto una realtà che da noi e in tutto il Friuli Venezia Giulia non esiste. La ricchezza della struttura è nelle persone, nell’umanità e nella professionalità che abbiamo trovato>. Pacor spiega che a Trieste cominceranno a lavorare al più presto, per costruire una struttura di accoglienza simile alla nostra: <Speriamo di riuscire anche noi, ci vorranno anni, non possiamo inventarci niente. Risorse così non si trovano facilmente sul mercato. Qui a Fermo si fa formazione continua, per tutti i dipendenti, la cosa ci ha davvero entusiasmato, perché non si vuole lasciare indietro nessuno>.
Il centro fermano ha mostrato la presa in carico dei soggetti autistici già dalla scuola dell’infanzia, per dare loro una certa autonomia in tempi certi e per sostenere le famiglie: <Ci siamo confrontati da qui con la nostra azienda sanitaria, abbiamo capito che c’è bagaglio di conoscenze enorme, torneremo ancora a capire esperienze e risultati straordinari del lavoro che fa la cooperativa. La differenza la fanno l’umanità e la vocazione per fare questi lavori, è qualcosa che si fa col cuore, per stare vicini ai più fragili e alle famiglie che spesso sono sopraffatte dalla difficoltà di gestione delle persone con disabilità. Cercheremo di portare il modello fermano anche a Trieste>, conclude Pacor.