Stefano Mandorino, la rinascita con la Fermana

FERMO – Stefano Mandorino è tornato a casa, in mezzo al rettangolo verde è tornato a respirare l’aria dei sogni che faceva da bambino. Lì in mezzo al campo, con grande umiltà e tenacia, senza mai arrendersi anche quando il cielo tornava buio, domenica ha fatto finalmente ritorno, riscuotendo l’affetto non solo di tutta la sua Società e dei suoi compagni, ma anche di tanti avversari, estimatori ed amici che attraverso i social network hanno voluto salutare il suo rientro e il suo esordio in maglia canarina. Al “Nuovo Romagnoli” di Campobasso, quando ha sostituito Filippo Forò infortunatosi, quando si è tolto la casacca e lo speaker ha annunciato il suo nome, ha sorpreso ed emozionato tutti i presenti. Quasi due anni è stato infatti fermo ai box il centrocampista classe 1987, nato in Germania: nel mentre il tempo che scorreva, un maledetto infortunio ad un ginocchio che sembrava non guarire mai, neanche dopo mesi di terapia. L’intervento, la riabilitazione, la difficoltà persino nel correre: il sogno di una vita che sembrava svanire, il dolore che giorno dopo giorno non scompariva, mentre invece cresceva fortissima la tentazione di arrendersi.

“Smettila di pensare a quel gioco bellissimo, quei brividi non torneranno più, il calcio non è più il tuo mondo” si diceva tra sé e sé il centrocampista ex Matelica, Termoli, Civitanovese, Celano, Manfredonia e Scafatese. Ovunque fosse stato, però, Mandorino aveva lasciato il segno, abituando il pubblico della Serie D ai suoi piedi raffinati, a giocate di qualità, a reti di ottima fattura: ad una bella forma, con dietro una grande sostanza. Più di tutti c’era qualcuno che non aveva mai smesso di credere in lui e nel suo valore, prima di uomo e poi di giocatore. E’ tutto merito del DG gialloblù averlo convinto, nello scorso mercato invernale, a rimettersi in gioco e tentare insieme l’ultima chance: Fabio Massimo Conti era fermamente convinto che ciò che brillava in lui non potesse essersi dissolto nel nulla. Una serie di messaggi, chiamate ed incontri e Mandorino a dicembre arrivava sotto il Girfalco. Un duro lavoro nell’ombra per lui, fatto di umiltà e volontà, senza clamori. Ben consapevole che la strada per tornare ad essere protagonista in mezzo al rettangolo verde sarebbe stata tosta e non senza insidie. Da allora, tutti i giorni a stretto contatto con l’uomo della svolta Walter Costi, che il Direttore Conti sapeva potesse essere il professionista giusto in grado di restituire Mandorino al calcio: commoventi le sincere parole di stima e ringraziamento che il centrocampista dai piedi buoni ha rivolto al Direttore e al fisioterapista della Fermana dalla sua bacheca Facebook. Dopo 23 mesi di agonia, domenica in Molise Mandorino è rimasto in campo per circa un’ora: aveva giocato il suo ultimo incontro il 10 maggio 2015. Impossibile descrivere a parole ciò che ha provato:“Una sensazione incredibile, avevo i brividi. Mi è venuta la pelle d'oca come se fosse la prima volta che scendessi in campo: qualcosa che non pensavo di poter più provare”, è stato il suo primo commento.

“Quando il Mister mi ha chiesto di scaldarmi insieme a Gadda non pensavo che sarebbe toccato a me – ha proseguito – sono rimasto sorpreso, ma poi, appena entrato, ho subito guardato gli occhi dei compagni e sentito forte intorno a me il loro sostegno e incoraggiamento. Mi sono sentito a casa, di nuovo vivo. Sto abbastanza bene, anche se non sono ancora al meglio, come è ovvio che sia. C’è ancora tanto da lavorare, la strada però è quella giusta. Sono felice di avere avuto anche io l’opportunità di poter dare una mano a questa squadra che sta facendo cose eccezionali. Mancano ancora diverse gare al termine ma domenica dopo domenica ci stiamo avvicinando a un obiettivo inimmaginabile. Mi ero reso subito conto che questa Fermana avesse qualcosa in più delle altre: un gruppo così unito non mi era mai capitato. A mio avviso il fattore che ha portato così in alto i canarini è stato proprio la nostra eccezionale compattezza, l’umiltà, la determinazione e lo spirito di sacrificio che ci hanno contraddistinto non solo in tutte le partite ma anche in ogni seduta di allenamento”. Piccoli ma grandi i dettagli che fanno la differenza.

Anche se ero l'ultimo arrivato e non potevo essere immediatamente utile alla causa visti i miei problemi fisici, tutti i ragazzi, i dirigenti, lo staff e l’allenatore sono stati fantastici con me. Sin dal primo giorno mi hanno fatto sentire uno di loro, non facendomi mai pesare l’infortunio – ha confidato Mandorino - Mister Destro mi ha sempre trattato come se fossi un giocatore importante, mi ha sempre tenuto in considerazione, dandomi fiducia e rendendomi partecipe. Ringrazio tutti di cuore. Un pensiero in particolare va al Direttore Conti che ha sempre creduto in me, dandomi la scossa, impedendomi di mollare e restituendomi la voglia di giocare e al fisioterapista Walter Costi che, dopo una marea di specialisti ed un dolore che pensavo non se ne sarebbe più andato, mi ha permesso di tornare a farlo. Oggi mi alleno ogni giorno con lo stesso entusiasmo, la serenità e la voglia che avevo prima”. D’obbligo infine uno sguardo al futuro:” Spero che continueremo su questa strada, come abbiamo sempre fatto, dando sempre il massimo. Se ci sarà spazio per me ben venga, in qualsiasi ruolo mister Destro mi vorrà impiegare io sarò totalmente a disposizione della Società – ha concluso – siamo già concentrati sul difficile derby con la Vis Pesaro. Si sta creando un grande entusiasmo intorno alla squadra, la piazza ci è vicina: vedere tanta gente allo stadio dà veramente una marcia in più. Io spero che domenica, come contro il Matelica, ci sia tantissima gente a darci la carica giusta per portare a casa un’altra vittoria. Il supporto del nostro pubblico sarà fondamentale per coronare tutti insieme questo sogno”.

Forza grande Guerriero... abbiamo appena iniziato, si legge sul suo profilo. Bentornato Stefano – dice qualcun altro - il bello viene adesso.

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