A Porto San Giorgio la rinascita ha la forma di una vela

VELA - Nel 2002 nasce l'Associazione “Liberi nel vento” con la finalità di avvicinare i disabili allo sport della vela, promuovendo il turismo nel territorio, organizzando regate e incontri per gli appassionati dall'Italia, ma anche da tutto il mondo. “Quest'anno il campionato nazionale per la classe 2.4mR si svolgerà a Porto San Giorgio, dal 31 agosto al 4 settembre”, afferma Fabio Mariani, segretario dell'associazione e atleta. Inoltre, il 15 aprile prenderà il via il Campionato sociale 2016: “Ne esistono diverse tipologie: sociali, di zona, nazionali”, sottolinea. I campionati sono aperti sia ai normodotati che ai disabili, in quanto la “2.4”, l'imbarcazione scelta per le gare, può essere utilizzata da tutti. Attualmente la flotta sangiorgese è composta da dieci elementi ed “è una delle più numerose”.

Di recente, al gruppo si sono uniti ragazzi, anche minorenni, con handicap e non, che partendo da un'imbarcazione più semplice da gestire, passeranno poi alla 2.4 “più tecnica”, specifica Mariani, precisando che “diverse persone si sono succedute: c'è chi viene per un periodo, chi per anni, chi c'è da sempre. Io stesso - dice - sono arrivato in un secondo momento, successivo all'apertura dell'associazione”.

In che periodo si svolgono le vostre attività e dove? “La nostra sede operativa è alla Marina di Porto San Giorgio, ovvero il porto turistico. Solitamente, ai primi di marzo, si inizia a fare la manutenzione delle barche, a metterle in acqua e si inizia a uscire. Fino a novembre inoltrato si può andare in mare, finché le condizioni lo permettono. Sono sempre presenti un istruttore e un gommone di appoggio”.

Liberi nel vento offre due tipologie di corsi: uno velico, di base, l'altro di avviamento all'agonismo. “Nel primo ci si occupa della conoscenza dell'imbarcazione: i tipi di vele, di vento, l'andatura, ecc. Questi approcci vengono seguiti da un istruttore. Il secondo è dedicato al passaggio all'agonismo. Il bello del gruppo sportivo è che, gareggiando in campionato, si fanno diverse trasferte. Tante sono le 'basi' che ospitano le regate: dall'area di Genova a quella di Napoli, fino a Jesolo, Venezia e alla Sardegna, l'ultima in ordine di adesione. Qui, durante il campionato nazionale erano presenti 30 barche. Quando ci sono stati i Mondiali a Porto San Giorgio (nel 2012 n.d.r.), le barche erano più di 100. C'erano canadesi, finlandesi, inglesi...”.

Eventi che sono anche occasioni di socializzazione. “Sì, capita di vedersi più volte l'anno regolarmente con 40-50 persone nelle varie tappe. Andare in un posto per una regata significa soggiornare in un luogo, condividere il mare, ci si ritrova anche la sera a cena, si parla di problemi quotidiani che vanno al di là della vela stessa”.

Una sorta di “terzo tempo” della vela, insomma, come nel rugby. “La parte conviviale dopo le gare è notevole, si cementano delle amicizie con persone che condividono gli stessi interessi, gli stessi impegni”.

Nell'ambito sangiorgese di Liberi nel vento che ruolo ha la condivisione? “Quando uno entra in un circolo come questo, entra in una famiglia in realtà. Oltre al team agonistico, intorno all'associazione ruotano volontari e soci sostenitori quindi; a livello umano si crea un legame stretto. Nella mia vita è stato un apporto positivo, mi ha permesso di stringere nuove amicizie. Per me è stato un piacere tornare in acqua, prima del mio incidente praticavo il windsurf, il mare di nuovo, vivere emozioni simili, è stato bellissimo”.

www.liberinelvento.it


Silvia Ilari

Ultima modifica il Lunedì, 08 Febbraio 2016 11:21

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